Riceviamo da Nicola Zoller questa sua personale riflessione che volentieri pubblichiamo (il pezzo è anche apparso sul quotidiano “TRENTINO” il 24 marzo 2014, p.1)
Pur non godendo di vitalizi privilegiati ed anzi
facendo da molti anni un lavoro aziendale abbastanza normale che, a dio
piacendo, mi garantirà la pensione dopo 44 anni di lavoro, al raggiungimento
dei 67 anni d’età…, la passione di una
vita mi tiene legato alla politica: per cui mi dispiace davvero quando la
politica decade agli occhi dei cittadini. Provo sempre a cercare delle
risposte, qualche volta le trovo; altre volte - deve ammettere, spesso – mi
affido alla letteratura. Pensando all’indignazione per le “liquidazioni” dei consiglieri
regionali, ho ripreso in mano uno dei libri dedicati ai sette vizi capitali:
quello che Joseph Epstein ha riservato all’ “Invidia”. Questo ricercatore americano ricorda che le persone sagge
sanno che ogni uomo detesta morbosamente chi lo fa sentire inferiore, per cui
chi vuole costruire una convivenza democratica dovrebbe puntare a
"mitigare" le condizioni che generano invidia e ad impedire che si
manifesti troppo la superiorità degli uni sugli altri. Le persone sagge sanno
pure che – rispetto alla vanagloriosa diceria “meglio fare invidia che pietà” –
la migliore condizione di vita “è non essere né così ricco da essere invidiato,
né così povero da essere maledetto”.
Tutto sommato sarebbe migliore per tutti una vita da
mediano: ad oggi, le persone veramente invidiabili sono “quei pochi favoriti
dagli dei”, i quali capiscono che la vita è breve – “un contratto con grandi
fragilità” – e vivono conseguentemente la loro vita minuto per minuto senza
eccessi e privilegi, insomma "mangiando
e bevendo" con moderazione e spartendo con gli altri quello che
abbiamo: soprattutto chi ha tanto, dovrebbe ricordare che tra poco "la
morte ci raggiungerà tutti nel 100 % dei casi".
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