sabato 16 agosto 2014

Quale futuro per l'Istituto Comprensivo di Brentonico?



Lunedì 18 agosto 2014 ore 20.30
Brentonico – Centro Culturale “Alex Langer”
“Quale futuro per l’Istituto Comprensivo di Brentonico?”
Da Brentonico, dopo quasi 20 anni, ancora una proposta per un nuovo ed innovativo modello di sviluppo delle scuole montane e periferiche del Trentino?

Scuola di Brentonico. La storia si ripete? La storia potrebbe replicarsi dopo quasi venti anni? Noi speriamo di si, noi crediamo proprio di si. Ma andiamo con ordine e vediamo di capire meglio.

Il caso attuale. Un paio di settimane fa la Provincia Autonoma di Trento ha deciso che l’Istituto Comprensivo di Brentonico perderà, a partire dall’anno scolastico 2014/15, giusto il prossimo, la dirigenza locale, affidandone la reggenza a “scavalco” al responsabile della scuola di Mori, così come ha deciso che dall’anno scolastico successivo la scuola di Brentonico perderà l’autonomia e sarà accorpata all’Istituto Comprensivo di Mori.

Venti anni fa. Nell’anno 1995 - allora la competenza sulle scuole era materia statale ed il principale riferimento trentino era la Sovrintendenza Scolastica Provinciale – a Brentonico esistevano - separate in casa, seppur nel medesimo edificio scolastico - la Scuola Media “Giulio Catoni”, un centinaio di alunni, con Preside e segreteria locali, e la Scuola Elementare “Regina Elena”, circa duecento scolari, che dipendeva dal “IV Circolo Didattico” con sede a Sacco. Si capì nell’autunno/inverno del 1995 che, a seguito del pensionamento del preside a fine di quell’anno scolastico, la scuola media di Brentonico sarebbe stata destinata all’accorpamento con quella di Mori e, probabilmente, anche del possibile trasferimento a Mori dei ragazzi di Brentonico. Da questa situazione nacque proprio a Brentonico un’idea nuova, forte ed innovativa, un’idea destinata in seguito a rivoluzionare il sistema organizzativo delle scuole trentine; nacque a Brentonico l’idea di “creare” un’organizzazione scolastica che potesse gestire assieme, amministrativamente e didatticamente, la scuola elementare e la scuola media, nacque appunto la “scuola verticale”, poi, e più opportunamente, denominata “scuola comprensiva”. Dei contenuti dell’idea se ne parlò una prima volta, primo caso nazionale, in un convegno organizzato al Centro Culturale di Brentonico dal locale Assessorato all’Istruzione il 16 febbraio 1996. I risultati di quel convegno diventarono poi vero e proprio progetto che la PAT accolse ed applicò a partire dall’anno scolastico successivo (giusto nel 1997 la Provincia di Trento divenne titolare anche della competenza primaria su scuole ed istruzione). Brentonico fu la prima “Scuola Verticale/Comprensiva”, seppur “sperimentale”, del Trentino assieme, aggiunte “al volo”, a poche altre. Il sistema/modello “verticale/comprensivo” venne sviluppato ed esteso negli anni successivi con successo in tutte le scuole della provincia ed anche “esportato” in ambito nazionale.

E adesso? Come si è descritto all’inizio, ora la storia si ripete e potrebbe portare all’ideazione ancora a Brentonico, come avvenne quasi 20 anni fa, di un nuovo ed innovativo modello di gestione e di sviluppo almeno delle scuole montane e periferiche del Trentino. Al pro sono maturate sull’Altopiano alcune idee davvero forti e potenzialmente parecchio interessanti, idee che verranno illustrate lunedì 18 agosto ad ore 20.30 a Brentonico nel Centro Culturale “Alex Langer” in una apposita serata dedicata. All’incontro sono invitati cittadini, insegnanti, genitori ed amministratori locali e provinciali. A questi ultimi non si chiederà di favorire lo stralcio della decisione recentemente assunta dalla PAT. Tutt’altro. Si richiederà loro di prestare attenzione ad alcune idee molto forti che potrebbero favorire l’ideazione di un nuovo ed innovativo modello di scuola dell’obbligo in Trentino, produrne un “sistema” che, come quasi 20 anni fa, potrebbe nuovamente “fare scuola”.

 

Nelle foto i due primi articoli apparsi sulla stampa locale (“l’Adige” e “Alto Adige”) che presentavano il convegno di Brentonico del 16 febbraio 1996. Successivamente, la stampa ed i media locali dedicarono ampio spazio all’argomento; del tema se ne occupò anche Radio-RAI con alcune trasmissioni dedicate.

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