La nuova mensa è stata
realizzata (nonostante le criticità sollevate dai progettisti, che in fase
preliminare avevano calcolato una superficie coerente) più piccola rispetto
alle necessità, cioè insufficiente a contenere i turni completi degli alunni.
Oddìo, se andassimo a spiare tra gli elaborati progettuali definitivi ed
esecutivi, troveremmo che la forma e le legittimità sono rispettate, che gli
spazi mensa previsti corrispondono agli indici e agli indicatori provinciali
superfici/alunni, alunni di oggi e, prevedibili, del domani. Tutto vero? No!
Con un furbetto giochino tecnico burocratico, i nostri adorabili amministratori
sono riusciti a sviare le direttive ed i riscontri provinciali, esponendo come
spazio mensa anche un locale che mensa non potrà mai esserlo, né diventarlo,
cioè, l'aula vetrata al piano terra, che, difatti, viene da sempre usata per
altre funzioni. L'area effettivamente utilizzabile a mensa rimane, quindi, solo
quella al piano rialzato, area, come dicevamo, costruita sottodimensionata e,
dunque, piccola e insufficiente. Più di un milioncino e mezzo di euro pubblici
spesi male, anzi, malissimo. Interrogati al pro, gli amministratori risposero...
che è tutto in ordine... che è tutto in regola... Che naso!... Complimenti!...
Solitamente quando la si fa fuori dal buco... ce se ne accorge...
In questi mesi la mensa
scolastica torna di attualità. Il motivo? L'eccessivo carico di rumore e frastuono
che rende insopportabile e invivibile il servizio. Insomma, un'acustica ed un
riverbero perfetti per il canto gregoriano, ma meno, molto meno, per ospitare
al rancio di mezzodì decine e decine di alunni assieme, con piatti, bicchieri,
posate e il giusto diritto di scambiarsi qualche liberatorio cicaleccio dopo le
lezioni antimeridiane. A meno che non si intenda realizzare nella mensa
scolastica qualche innovativo progetto didattico, come ad esempio un
laboratorio rumoristico, forse da intitolare al futurista Luigi Russolo, che
proprio sulle montagne di "Campéi" ha ideato, nel 1915, il saggio
"L'arte dei rumori".
Cheffare? Boh! Rilevato
il fastidioso disservizio già in fase di fine lavori, gli esperti proposero di
suddividere lo spazio con elementi paretali. Nulla da fare, queste
compartimentazioni avrebbero reso logisticamente arduo il lavoro di cuochi e
inservienti. Ed il problema sembrò scomparire dalle priorità degli
amministratori comunali e scolastici. Ma non da quelle dei genitori, i quali, tornati
recentemente sull'argomento, chiedono che si procuri di sanare la situazione,
di rendere più sereno e silenzioso il pranzo dei loro figlioli. Facile a dirsi,
ma a farsi? Magari!... Vediamo, vediamo...
In una normale
situazione domestica, quando spande un rubinetto, si chiama l'idraulico e lo si
fa riparare. Nel pubblico questo non succede. Quando un rubinetto spande,
quantunque tutti vedano e comprendano che il rubinetto spande, è necessario che
ci sia un perito che certifichi... che il rubinetto spande. Allora, solo
allora, dalla perizia del tecnico, tutti potranno poi apertamente affermare che
il rubinetto spande. Prima no, prima della firma del tecnico non si può dire,
neanche sommessamente. E qui capita che timbri e firme di tecnici e periti divengano
più importanti del rubinetto da sistemare, che frattanto continua a spandere.
L'esempio del rubinetto può felicemente calzare colla disastrosa situazione
sonora della mensa scolastica. Tutti vedono, anzi sentono, ma non c'è ancora
una perizia audiometrica al riguardo, perizia che dica, che confermi, che
stabilisca, che formalizzi, che certifichi. Non è obbligatoria ci dicono in
comune. Quindi, il problema non c'è, non sussiste, non è mai esistito e,
varavèh!, guai a parlarne! Qualche amministratore, che senza perizia vergata e
controfirmata si sente fiacco, potrebbe averne a male. Zitti tutti! Tutti
zitti!
Ma la si faccia lo
stesso e in fretta questa benedetta perizia, magari a mensa piena e operativa
(non come al tempo del fine lavori, quando di perizie audiometriche ne è stata
fatta una... ma a sala vuota...), e si risolva definitivamente il problema, che
le soluzioni tecniche non mancano di certo. Un amico artigiano ci dice che ne
ha appena fatta eseguire una nel suo capannone di circa 1200 metri quadrati:
costo 400 euro più IVA. Mettiamo che al Comune di Brentonico di euro ne
chiedano un migliaio: una cifra così può ancora permettersela.
Ah! Nel caso la perizia
risultasse negativa, invitiamo sindaco e assessori a recarsi in mensa
nell'orario di utilizzo... per assodare ‘de visu ac de auricula’... che il
rubinetto spande per davvero.
Follia pura!
RispondiEliminaMi spiegate come avrebbe fatto un privato cittadino ad avere le necessarie "autorizzazioni" dagli Enti preposti in queste condizioni? Quì non c'è solo chi ha mal gestito il progetto ma una dolosa connivenza da parte chi ha firmato che è tutto OK! Si deve fare un'esposto alle autorità preposte perchè quì non siamo ...."levantini".... e ci sono di mezzo anche soldi nostri.
per quel che rigurda una perizia si può far con meno ( ve lo trovo io un'Azienda disponbile) ma si fa ancora prima con uno smartphone su cui si sia scaricata una app da 2€, diventa un buon "fonometro" e v'assicuro che se non siamo nei limiti...SI VEDE !!! FARE per capire e migliorare se volete vengo di persona.