martedì 7 maggio 2013

Nella mensa scolastica di Brentonico un innovativo progetto didattico: un laboratorio rumorista

La nuova mensa è stata realizzata (nonostante le criticità sollevate dai progettisti, che in fase preliminare avevano calcolato una superficie coerente) più piccola rispetto alle necessità, cioè insufficiente a contenere i turni completi degli alunni. Oddìo, se andassimo a spiare tra gli elaborati progettuali definitivi ed esecutivi, troveremmo che la forma e le legittimità sono rispettate, che gli spazi mensa previsti corrispondono agli indici e agli indicatori provinciali superfici/alunni, alunni di oggi e, prevedibili, del domani. Tutto vero? No! Con un furbetto giochino tecnico burocratico, i nostri adorabili amministratori sono riusciti a sviare le direttive ed i riscontri provinciali, esponendo come spazio mensa anche un locale che mensa non potrà mai esserlo, né diventarlo, cioè, l'aula vetrata al piano terra, che, difatti, viene da sempre usata per altre funzioni. L'area effettivamente utilizzabile a mensa rimane, quindi, solo quella al piano rialzato, area, come dicevamo, costruita sottodimensionata e, dunque, piccola e insufficiente. Più di un milioncino e mezzo di euro pubblici spesi male, anzi, malissimo. Interrogati al pro, gli amministratori risposero... che è tutto in ordine... che è tutto in regola... Che naso!... Complimenti!... Solitamente quando la si fa fuori dal buco... ce se ne accorge...

In questi mesi la mensa scolastica torna di attualità. Il motivo? L'eccessivo carico di rumore e frastuono che rende insopportabile e invivibile il servizio. Insomma, un'acustica ed un riverbero perfetti per il canto gregoriano, ma meno, molto meno, per ospitare al rancio di mezzodì decine e decine di alunni assieme, con piatti, bicchieri, posate e il giusto diritto di scambiarsi qualche liberatorio cicaleccio dopo le lezioni antimeridiane. A meno che non si intenda realizzare nella mensa scolastica qualche innovativo progetto didattico, come ad esempio un laboratorio rumoristico, forse da intitolare al futurista Luigi Russolo, che proprio sulle montagne di "Campéi" ha ideato, nel 1915, il saggio "L'arte dei rumori".

Cheffare? Boh! Rilevato il fastidioso disservizio già in fase di fine lavori, gli esperti proposero di suddividere lo spazio con elementi paretali. Nulla da fare, queste compartimentazioni avrebbero reso logisticamente arduo il lavoro di cuochi e inservienti. Ed il problema sembrò scomparire dalle priorità degli amministratori comunali e scolastici. Ma non da quelle dei genitori, i quali, tornati recentemente sull'argomento, chiedono che si procuri di sanare la situazione, di rendere più sereno e silenzioso il pranzo dei loro figlioli. Facile a dirsi, ma a farsi? Magari!... Vediamo, vediamo...

In una normale situazione domestica, quando spande un rubinetto, si chiama l'idraulico e lo si fa riparare. Nel pubblico questo non succede. Quando un rubinetto spande, quantunque tutti vedano e comprendano che il rubinetto spande, è necessario che ci sia un perito che certifichi... che il rubinetto spande. Allora, solo allora, dalla perizia del tecnico, tutti potranno poi apertamente affermare che il rubinetto spande. Prima no, prima della firma del tecnico non si può dire, neanche sommessamente. E qui capita che timbri e firme di tecnici e periti divengano più importanti del rubinetto da sistemare, che frattanto continua a spandere. L'esempio del rubinetto può felicemente calzare colla disastrosa situazione sonora della mensa scolastica. Tutti vedono, anzi sentono, ma non c'è ancora una perizia audiometrica al riguardo, perizia che dica, che confermi, che stabilisca, che formalizzi, che certifichi. Non è obbligatoria ci dicono in comune. Quindi, il problema non c'è, non sussiste, non è mai esistito e, varavèh!, guai a parlarne! Qualche amministratore, che senza perizia vergata e controfirmata si sente fiacco, potrebbe averne a male. Zitti tutti! Tutti zitti!

Ma la si faccia lo stesso e in fretta questa benedetta perizia, magari a mensa piena e operativa (non come al tempo del fine lavori, quando di perizie audiometriche ne è stata fatta una... ma a sala vuota...), e si risolva definitivamente il problema, che le soluzioni tecniche non mancano di certo. Un amico artigiano ci dice che ne ha appena fatta eseguire una nel suo capannone di circa 1200 metri quadrati: costo 400 euro più IVA. Mettiamo che al Comune di Brentonico di euro ne chiedano un migliaio: una cifra così può ancora permettersela.

Ah! Nel caso la perizia risultasse negativa, invitiamo sindaco e assessori a recarsi in mensa nell'orario di utilizzo... per assodare ‘de visu ac de auricula’... che il rubinetto spande per davvero.

1 commento:

  1. Follia pura!
    Mi spiegate come avrebbe fatto un privato cittadino ad avere le necessarie "autorizzazioni" dagli Enti preposti in queste condizioni? Quì non c'è solo chi ha mal gestito il progetto ma una dolosa connivenza da parte chi ha firmato che è tutto OK! Si deve fare un'esposto alle autorità preposte perchè quì non siamo ...."levantini".... e ci sono di mezzo anche soldi nostri.
    per quel che rigurda una perizia si può far con meno ( ve lo trovo io un'Azienda disponbile) ma si fa ancora prima con uno smartphone su cui si sia scaricata una app da 2€, diventa un buon "fonometro" e v'assicuro che se non siamo nei limiti...SI VEDE !!! FARE per capire e migliorare se volete vengo di persona.

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