Da
quest’anno il corrispettivo che i cittadini dovranno versare per il servizio di
raccolta e smaltimento dei rifiuti cambia nuovamente nome: dopo la TA.R.S.U.
(Tassa Smaltimento Rifiuti Solidi Urbani, in vigore fino 2006), la T.I.A.
(Tariffa di Igiene Ambientale, in vigore dal 2007 al 2012), ecco la TA.R.E.S.
(Tariffa Rifiuti e Servizi) in vigore dal 1 gennaio 2013. Soprassedendo a
quanto sia stupefacente l’italica indole nella ideazione e creazione di
complicazioni e complicanze legislative, regolamentari, procedurali,
amministrative e burocratiche, veniamo al punto che interessa il nostro comune.
Come
per le consorelle precedenti, anche la novella TA.R.E.S. fonda la ripartizione
dei costi complessivi del servizio sulle utenze, considerando in particolare il
numero dei componenti il nucleo famigliare e le superfici imponibili delle
abitazioni. E proprio su queste ultime casca l’asino. Un asino grosso grosso!
Spieghiamo
meglio.
Come
tutti sappiamo, negli ultimi anni, il Comune di Brentonico ha provveduto ad
incaricare un consulente esterno (Trentino Riscossioni S.p.A.) per accertare le
reali situazioni delle superfici imponibili di ciascun contribuente. Gli
accertamenti hanno di fatto rilevato una diffusa sottostima delle superfici
imponibili con conseguente emissione di ruoli di recupero per importi
consistenti (centinaia di migliaia di Euro), importi che finiscono per circa la
metà nei bilanci comunali come entrate straordinarie “una tantum” e per l’altra
metà come compenso all’accertatore esterno. Un business!
Viene
spontanea la domanda: almeno le situazioni reali accertate saranno state
puntualmente inserite e aggiornate nei “data base” comunali al fine della
corretta gestione delle superfici imponibili della novella TA.R.E.S?
Ebbene,
no!
La
stragrande maggioranza delle cartelle per il servizio di raccolta e smaltimento
dei rifiuti del 2013 usciranno con i dati antichi, cioè con i dati sbagliati,
cioè con i dati delle superfici precedenti l’attività di accertamento. Con
successive, negli anni venturi, probabili nuove attività di ri-accertamento… e
nuove entrate straordinarie per il comune (in “barba” all’obbligo di legge di
copertura del solo costo del servizio)… e nuovi compensi al ri-accertatore del
futuro… Un nuovo business!
Quanti
saranno di preciso i casi in questione? Boh!, nessuno lo sa. Nessuno sembra
saperlo. Nessuno, forse, si fida a dirlo. Di certo alcune migliaia… Nessuno
conosce, o sembra conoscere, nemmeno quante siano le utenze complessive del
servizio. Nebbia fitta, anzi, nebbia fittissima, copre decine e decine di
scatoloni giacenti in diversi uffici comunali, scatoloni pieni zeppi di
accertamenti cartacei tutti da leggere, rileggere, interpretare, rivedere,
trascrivere, inserire, digitare, digitalizzare...
Nonostante
puntuali e ripetute nostre richieste, nessuno ci ha saputo dare una minimamente
soddisfacente risposta in merito. Né il sindaco, né l’assessore competente,
tanto meno gli uffici comunali preposti il cui responsabile si è maldestramente
trincerato dietro/sotto/sopra/sotto/dentro effimere spiegazioni di natura varia
ed originalissima (scopriamo sempre più gente che sembra vivere in una fiction,
in una realtà, o meglio, irrealtà parallela, lontanissima anni luce dalle
effettività delle cose e del mondo).
Chiediamo:
- non sarebbe stato meglio provvedere agli
accertamenti direttamente tramite gli uffici comunali (magari di concerto e in
sinergia tra l’ufficio tributi e l’ufficio edilizia privata?) con contestuale
immediato aggiornamento delle situazioni catastali imponibili reali di ciascun
contribuente (e notevolissimi risparmi per le casse pubbliche?) come si era
iniziato a fare anni addietro?
- oppure chiedere all’accertatore esterno
incaricato (che ha incassato compensi per oltre il 50 per cento degli importi
accertati…), di fornire al comune i dati aggiornati su supporti informativi
immediatamente utilizzabili per l’aggiornamento delle superfici?
Una
brutta storia, proprio una gran brutta storia, che crea disparità di
trattamento verso e tra i cittadini e inaccettabili deroghe ai principi di
equità, correttezza, congruità, veridicità e trasparenza… ed ulteriori futuri
salassi “una tantum” alle tasche dei contribuenti che in questi anni hanno
correttamente e diligentemente regolarizzato le loro posizioni.
Il pasticcio è "vergognoso" ed è INDISPENSABILE che coloro i quali NON sono stati capaci d'organizzare il recepimento dei dati sia quanto meno ufficialmente "catechizzato" sulla base del vigente contratto.
RispondiEliminaDetto questo non credo che sia corretto affermare : "...zeppi di accertamenti cartacei tutti da leggere, rileggere, interpretare, rivedere, trascrivere, inserire, digitare, digitalizzare..." perchè avendo ricevuto una dettagliata nota in cui mi si "spiegava" come mai ero evasore per ben 12€ è sufficiente, questo sì, digitallizzare i dati già belli ed interpretati. Migliaia? Ipotizziamo 5000, ne mettiamo a sistema 20 all'ora? Sono 250 ore lavoro, se va male in 2 mesi 2 persone di semplice buona volontà ha fatto e finito; vogliamo essere buoni ? ...4 mesi.
FORZA! Volete dirmi che nell'Amministrazione Comunale siamo così tanto soffocati di lavoro da non riuscire ad organizzare tale lavoro? Se sì, a far cosa?
Federico Chino